Lo chiamano già tutti semplicemente il «Crowd» perché ormai è come se fosse un appuntamento fisso di inizio estate. Eppure il «Crowd», era alla sua prima edizione, ma quando la risposta è questa si può solo dire che ce n’era davvero bisogno.

Perché il Crowd è sceso per le strade ha portato il teatro e le performance tra la gente, ma allo stesso tempo è stato in grado di fare il tutto esaurito per quattro sere al Pietro Aretino.

GIOVANNI FIRPO preferisce farsi chiamare il curatore, perché se è vero che ne è stato l’anima, è altrettanto vero che il «Crowd» è stato frutto di un cammino davvero partecipato. «Abbiamo pubblicato un bando su facebook per creare il comitato artistico e ci hanno risposto 70 persone da tutta Italia», ci racconta Giovanni. E’ andata bene anche la raccolta dei fondi con ben 170 donatori unici. «Mi ha colpito molto la partecipazione nelle strade. E poi le persone in attesa dei nostri eventi e ancora gli incontri letterari sempre partecipati, così come gli aperitivi. E’ stata proprio una festa – sottolinea – non vediamo l’ora di rifarlo, più bello e più grande».

E allora lo sguardo va già al prossimo anno, un passo dopo l’altro, per cercare, come ci racconta Giovanni, di coinvolgere sempre di più la fascia di età tra i 20 e i 30 anni. Un obiettivo ambizioso, ma preciso e giusto in una città come Arezzo. Il pubblico ha risposto, nelle strade, nelle sale, nel teatro, nelle piazze. «Il comitato artistico ha scelto la linea del festival e dato che si tratta di un festival destinato ad artisti giovani abbiamo pubblicato un bando per «young theatre contest», hanno risposto in molti e il comitato ha scelto 4 compagnie che si sono sfidate a teatro».

Non rimane che attendere con curiosità cosa hanno in testa per il prossimo anno i ragazzi del «Crowd».

QUALCHE anticipazione Giovanni ce la concede. «Ripunterei sul pacchetto completo come quest’anno, ma cercheremo di allargarci anche al cinema e alle arti circensi. Cercheremo di alzare l’asticella inserendo un paio di eventi di livello, ma l’importante è mantenere la partecipazione delle persone e delle realtà sul territorio. Ho trovato porte aperte da parte di tutti», conclude soddisfatto Giovanni Firpo. Poi però ci tiene a fare un altro annuncio: «La chiusura del festival sarà il 13 giugno al casale di Pieve a Quarto dove sono tutti invitati per una cena di supporto alla prossima edizione del festival».

[via Diego d’Ippolito La Nazione 5 Giugno 2019]