Il pezzo che state per leggere non è una semplice intervista per noi dell’Arezzo Crowd Festival. È l’incontro di due realtà affini che condividono uno stesso scopo: proporre un nuovo tipo di espressione della personalità, mettendo le proprie conoscenze al servizio di progetti non solo piacevoli da realizzare, ma anche utili e formativi per la comunità che coinvolgono. Sono felicissima di raccontarvi infatti dell’incontro avvenuto con Luca Bizzarri e Tommaso Caperdoni, i due capitani della Farrago, una casa di produzione cinematografica indipendente tutta aretina, che coinvolge circa ottanta ragazzi tra i 14 e i 23 anni.

Prima di parlare nello specifico del vostro progetto, vorrei soddisfare una curiosità: cosa significa il nome Farrago?
Luca: Allora, Farrago significa “misto di cibo per i maiali”, ma il termine che noi preferiamo è proprio mistura. È qualcosa che ci rispecchia, perché il bello è proprio l’essere eterogenei: tante personalità diverse che però puntano a un unico obiettivo che è quello di lavorare insieme.
Tommaso: Io da buon classicista parto dall’etimologia. Il termine “farrago” viene utilizzato da Giovenale per intendere una degenerazione della satira, paragonata invece ad un vassoio di primizie. Farrago sono gli avanzi, una mistura eterogenea appunto. Personalmente il tipo di arte che intendo è molto attiva, attuale, collegata anche alla politica, qualcosa che vada a toccare ferite aperte. Dal punto di vista della forma è invece un “buttiamo dentro e vediamo che succede”, sempre ovviamente con un’organizzazione dietro. Far nascere qualcosa da una pluralità di voci è quello che mi ha sempre entusiasmato di più.
Come e quando nasce l’idea di una casa di produzione cinematografica ad Arezzo?
Luca: L’idea nasce un anno fa, quando Tommaso mi inviò la parte di una sceneggiatura e insieme abbiamo deciso di girarla. L’interesse della Farrago però è più ampio. Noi siamo convinti che Arezzo sia un terreno ricco per menti fertili e artisti di ogni genere: quello che abbiamo fatto è stato creare il luogo e le circostanze per farli incontrare.
Tommaso: Tutto è partito come un gioco, infatti il nostro primo progetto, Jumpi, era molto goliardico. Visto il bel clima di lavoro che si era creato abbiamo deciso di puntare più in alto e ci siamo ritrovati con una troupe di ottanta persone. Avendo fatto un corso di produzione poi sono riuscito a dare un’organizzazione a tutto.
Siete ottanta ragazzi. Come riuscite a gestire un numero di persone così elevato durante i vostri set?
Luca: È sicuramente un’impresa. Abbiamo deciso di dividerci in vari gruppi di lavoro, quindi aiuto-regia, scenografia, trucco e così via. Ogni gruppo ha un suo referente che gestisce la comunicazione. WhatsApp ovviamente è la manna dal cielo.
Tommaso: Noi ci basiamo sugli attori e le location che sono le uniche cose che non possiamo sostituire. I capireparto poi organizzano il loro team. Noi di fatto quando arriviamo sul set non sappiamo chi ci sarà, abbiamo però la garanzia del referente che porterà almeno uno o due membri del suo reparto.

Come descrivereste il gruppo di lavoro che si è creato?
Luca: La cosa più bella di un set è sicuramente la parte umana. Ti posso assicurare che nascono amori, tantissime amicizie, nuove conoscenze. Ovviamente si sviluppano anche attriti, perché il set è luogo di confronto. In una parola posso definirlo come Farrago, ovviamente.
Tommaso: Devo dire che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Nessuno si sente in dovere di chiedere una ricompensa, nessuno cerca di svettare e tutti si sentono parte di questo progetto e non vedono l’ora di vedere il prodotto finale del loro lavoro. Siamo tutti con idee diverse ma abbiamo lo stesso spirito.
Jumpi è stato il vostro primo progetto: che ricordi avete, aneddoti o anche delle differenze rispetto al vostro lavoro adesso?
Luca: Di Jumpi mi ricordo tantissime risate. È un progetto di cui non sapevamo nemmeno noi l’evoluzione che avrebbe avuto. Il gruppo era molto più ristretto e l’organizzazione molto “alla buona”. Non avevamo un ciacchista, una segretaria di edizione o una persona fissa a tenere il microfono. Adesso con il progetto Dio è tutto più definito, anche se si conserva il clima che abbiamo creato in precedenza.
Tommaso: Per gli aneddoti cose così ecco, attori che continuavano a tingersi i capelli ogni volta di un colore diverso ed io che cercavo di giustificarlo attraverso battute nuove, riprese che sparivano nel nulla in fase di montaggio, intrighi amorosi vari…

Cosa potete dirci di “Dio”, il vostro nuovo progetto?
Luca: Il 19 marzo usciranno i primi due episodi e in quattro settimane la serie sarà disponibile per intero. Quello che posso dire è il sottotitolo: “la festa più bella della tua vita è una festa a cui non potrai mai andare”. Il nome vuole essere una provocazione, non ha nulla collegato alla religione. Parla di studenti che cambiano, hanno evoluzioni ed involuzioni durante la loro adolescenza.
Tommaso: Dio è proprio il nome della festa ambientata al Liceo Redi. Sono coinvolte le vite di sei ragazzi tutti diversi fra loro che partecipano all’organizzazione di quest’evento. Ogni storia è indipendente, sono un universo a parte. Da ognuno di loro potrebbe nascere una nuova web-serie.
Come vedete la Farrago tra cinque anni?
Luca: Spero che possa essere qualcosa che un giorno mi porti un lavoro. Io ancora studio alle superiori ma mi ci sto dedicando come se fosse la mia effettiva occupazione. Inoltre la vedo molto più espansa. Vogliamo esplorare l’arte a 360 gradi: siamo partiti con il video, ma sarebbe bellissimo organizzare mostre ed eventi culturali. La nostra priorità comunque è dare a tutti un luogo in cui potersi esprimere in completa libertà.
Tommaso: Nella peggiore delle ipotesi staremo qui a fare corti, nuovi progetti ecc… che non è malaccio come ipotesi peggiore. Ovviamente con meno tempo perché dovremo anche lavorare all’autogrill (io studio filosofia, fai un po’ tu). Nella migliore delle ipotesi ci sarà gente che ci copia e poi vorremo diventare un punto di riferimento per Arezzo, con una sede propria che noi non abbiamo al momento.

I vostri progetti nell’immediato futuro invece quali sono?
Luca: In contemporanea a Dio stiamo collaborando con Stefano Cascini per realizzare un cortometraggio scritto da lui. Inoltre per un bel periodo di tempo ci prenderemo una pausa dalle web-serie.
Tommaso: Sicuramente vogliamo cambiare e dirigerci un po’ verso i corti che oltre ad essere più facili da realizzare possono essere presentati ai concorsi per ottenere anche un primo riscontro della critica. In questo modo quindi possiamo anche farci conoscere più velocemente e fuori dai confini di Arezzo che rimane comunque la nostra base.
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Alessandra Bracciali