Ciao a tutti e bentornati ad un altro appuntamento con il nostro angolo godereccio dell’Arezzo Crowd Festival!

Anche quest’anno abbiamo superato il 6 gennaio, la coda delle festività natalizie, la fine delle grandi abbuffate di panettoni, pandori, biscotti, dolcetti, pasticcini, panforti, ricciarelli, struffoli ecc… siamo stati circondati da mille leccornie per giorni e giorni…

Difatti il Natale non è lo stesso se privato di una bella fetta di pandoro o di panettone: senza di loro si ha la sensazione che il Natale non si sia festeggiato a modino, non è vero?!

Invece, nel giorno dell’epifania, cos’è tipico mangiare? Qual è il dolce, re della tradizione (se non consideriamo la calza ed il carbone per chi ha fatto il birbantello) senza il quale proprio non ci si può alzare dalla tavola?

Una delle tradizioni maggiormente sentite della zona del Valdarno (tra Arezzo e Firenze) e del Senese consiste nella preparazione di un grande biscotto a forma di befana/bambola o di cavallo. In entrambi i casi i mega-biscotti sono decorati con codette colorate, palline argentate e confetti. Altre versioni prevedono la decorazione con glassa colorata e gocce di cioccolato. Questo dolce prende il nome di Fantoccia.

Secondo quanto tramandato, le origini di questo dolce devono essere rintracciate nelle zone rurali del Valdarno dove, il 6 gennaio, venivano consegnati i regali ai bambini.

Fino agli anni ‘60 del 1900 infatti, il giorno dei doni non era il 25 dicembre, bensì la Befana ovvero la ricorrenza in cui, secondo la religione cristiana, si celebra l’arrivo dei Re Magi (con i doni) alla grotta di Betlemme.

La fantoccia è nata come surrogato dei regali. Le famiglie aretine più povere infatti, non potendo permettersi l’acquisto di giochi o altri beni diedero vita a questa dolce tradizione. Ancora oggi nei racconti del passato si ricordano le massaie che durante il periodo natalizio, non avendo le possibilità economiche per comprare leccornie, ma volendo comunque celebrare le festività, facevano la fila davanti al forno del paese aspettando con pazienza il proprio turno per cuocere questi dolcetti da donare ai piccoli.

Così la mattina del 6 gennaio venivano donati biscotti a forma di bambola per le femmine e a forma di cavallo per i maschietti.

Nella versione più moderna (fine anni ’70) il biscottone viene abbellito con confetti colorati e cioccolatini.

In tutta la regione Toscana è diffusa anche la versione versiliese della Fantoccia, ovvero i Befanini, anch’essi preparati la vigilia dell’Epifania, ma con dimensione simile a quella di un frollino con le più svariate forme, dalla stella al cuore, dall’angelo all’abete, erano confezionati in pacchetti colorati pronti per essere scambiati fra le varie famiglie.

La ricetta

Ingredienti per 2 fantocce e qualche befanino:

Per il biscotto:

  • 300 gr di farina tipo 2 macinata a pietra;
  • 150 gr di burro;
  • 3 uova;
  • 100 gr di zucchero;
  • la scorza di un’arancia;
  • la scorza di un limone;
  • 1 bustina di vanillina;
  • 1/2 bustina di lievito per dolci;
  • 1 pizzico di sale.

Per decorare:

  • Zuccherini, codette, confetti colorati, confetti, cioccolatini, gocce di cioccolato;
  • 1 tuorlo d’uovo sbattuto.

Realizzazione:

Impastate tutti gli ingredienti e ritagliate, o date la forma all’impasto, di una bambola/befana o di un cavalluccio. Lo spessore del biscotto dev’essere inferiore a ½ dito.

Con la pasta restante dalle due fantocce ricavate dei biscotti (i befanini).
Spennellate i biscotti e le fantocce con il tuorlo sbattuto così da far aderire zuccherini colorati, confetti, Smarties, palline argentate di zucchero, gocce di cioccolato ecc.
Infornate per 20 minuti a 150 gradi circa.

Buon appetito a tutti dall’Arezzo Crowd Festival!

Giada Sandrucci