Tanto per citare Hemingway, ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a La Clandestina. È per questo che abbiamo scelto questa “corte” anticonformista con un’atmosfera intima e colta, per accogliere tutti gli Aperitivi Letterari del Festival.
Giovedì 30 maggio, venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno, alle 19.30 sarà possibile ordinare cocktail speciali dedicati alle opere letterarie dei giovani autori ospiti di Arezzo Crowd, oltre ai consueti drink. Inoltre domenica 2 giugno alle ore 22.00 La Clandestina ospiterà l’ultimo party del Festival, il Farewell Party curato da L’Ulcera del Signor Wilson.
Abbiamo incontrato i padroni di casa, Linda e Alessandro.
Com’è nato questo spazio?
Quando ci siamo conosciuti abbiamo iniziato a lavorare insieme. Poi abbiamo fatto un viaggio a Città del Messico e abbiamo scoperto un locale che si chiamava proprio La Clandestina. Il nome ci piacque subito, così decidemmo che se mai avessimo aperto un locale lo avremmo chiamato così. In seguito il destino ha voluto che trovassimo questo posto ad Arezzo, un po’ nascosto, che si adatta perfettamente al nome La Clandestina. Abbiamo aperto con tanta fatica, facendo da soli tutti i lavori di ristrutturazione.
Quali caratteristiche deve avere un locale per funzionare?
Cercare di fare qualcosa di diverso dagli altri e lavorare sempre al meglio. Le persone non sono stupide, si accorgono subito se c’è qualità. Ovviamente la cosa più difficile è mantenere uno standard qualitativo costante, ogni giorno. E poi bisogna credere in un progetto e portarlo avanti. Nascono tanti posti che però non hanno un concept ben definito, che non hanno un filo condutore. Avere un’idea invece aiuta.
Avete un senso preferito tra i cinque/sei? Cosa prediligete nella composizione di un drink o di un piatto?
Ci deve essere un connubio tra tutte le cose. È vero che “anche l’occhio vuole la sua parte”, ma non è l’unica cosa. Forse alla vista potremmo attribuire un 50% sul risultato finale. Ma è sempre un equilibrio e mai un’accozzaglia.
Cosa vi piace di più del vostro mestiere?
La soddisfazione che ci dà. Poter fare qualcosa di nostro, come lo vogliamo, e portarlo avanti. Di sicuro non è andare a letto tardi la sera. La cosa che ci piace di più del nostro lavoro è quando capisci che sei riuscito in qualcosa, che non poteva venire meglio di così. Sono soddisfazioni. Se un cliente va via contento, se ritorna. È bello.
C’è un prodotto, un cocktail o un piatto di cui siete particolarmente orgogliosi?
Alessandro: Per quanto riguarda i cocktail mi baso sui twist on classic, quindi prendo un cocktail che è stato già creato e lo modifico, cercando di migliorarlo e mantenendo l’equilibrio che già ha.
Linda: Ci sono piatti a cui sono più affezionata e prodotti a cui sono legata. Il mio preferito appartiene alla semplicità: è l’uovo col tartufo.
Grazie, è tempo di bere!
Gea Testi