Intervista a Sarah Baroux, ex stagista di Officine Montecristo

Ripensando alla me stessa di qualche anno fa, non credo che avrei mai ritenuto possibile poter fare un’intervista ad un’amica francese conosciuta durante un festival teatrale nella mia città. Intervista da pubblicare nel blog del suddetto festival. È vero che non c’è limite all’impossibile, per questo ho il piacere di riportarvi qui la chiacchierata fatta con Sarah Baroux, ovvero la prima stagista di Officine Montecristo che dalle campagne francesi è partita alla volta di quelle toscane per partecipare all’organizzazione dell’Arezzo Crowd Festival.

Come hai conosciuto l’Arezzo Crowd Festival? Quando ancora ne sapevi poco o nulla, cosa ti ha convinto a partire?

È stato per puro caso che ho scoperto il Festival su Instagram, l’account @arezzocrowd infatti mi è apparso tra i profili suggeriti da seguire. La cosa che mi ha colpito subito è stato che è un evento organizzato dai giovani per i giovani di Arezzo. Ho apprezzato moltissimo il fatto che i ragazzi della città si adoperassero per rendere attraverso quest’evento la cultura accessibile a tutti.  (Ndr: Tutti gli eventi sono stati sempre gratuiti). All’epoca non conoscevo neanche Arezzo o l’associazione Officine Montecristo che lo ha promosso, sono partita davvero all’avventura.

Cosa hai sentito di poter dare a questo progetto?

È un po’ una domanda difficile. Quando sono arrivata ad Arezzo pensavo che non avrei potuto dare nulla in più, volevo solo aiutare e osservare, magari facendo delle piccole cose, pensavo a del bricolage o alle pulizie. Forse l’unica cosa che potevo portare era il punto di vista diverso di una giovane ragazza francese.

La cosa più bella che ti è successa durante il Crowd e la più strana. Conoscere il gruppo del comitato artistico non vale, tanto lo sappiamo già che siamo belli e strani.

È vero che l’incontro con i membri del Comitato Artistico è stato molto bello, e non direi che siete strani: siete direttamente pazzi, ma va bene così. Escludendo questo, ricordo con tantissimo piacere la performance in strada intitolata Neighbours, dove ho interpretato uno dei personaggi, ovvero la Turista. È stato davvero divertente e dietro la mia maschera ho riso per un’ora e mezza, ovvero per tutta la durata di questo atto teatrale. Mi ricordo di due vecchietti che mi hanno parlato e fatto dei complimenti, io non potevo rispondere, ma i loro occhi felici parlavano per loro.

Per la cosa più strana è un po’ difficile rispondere. Per me la parola “strano” ha sempre avuto un lato negativo. Quando, per il dossier da compilare per l’università riguardo al mio tirocinio ho parlato con il mio professore, non sono riuscita a trovare un solo difetto a quest’esperienza. Non lo dico per essere gentile (ndr: ride), sono molto sincera. Direi che quello che mi ha stupito di più è stato quando è venuta la troupe della RAI per fare un servizio sul Festival da mandare a Uno Mattina. Ero molto felice per tutti i membri del comitato artistico e orgogliosa del nostro lavoro. Non pensavo che un giorno sarei potuta essere così “vicina” alla RAI; all’Università ne abbiamo parlato tantissimo e vedere un po’ le “quinte” dell’emittente televisiva più importante d’Italia è stato sicuramente ciò che mi ha emozionato di più.

Ora che sei tornata a casa, cosa hai portato con te da questa esperienza? (Oltre che una grande passione per il cappuccino alla nocciola).

Parlando sia con i ragazzi del comitato artistico che con quelli di Farrago, di Imprenditori di Sogni e di Dominio Pubblico c’è stato un grande scambio di idee. Ho potuto toccare con mano le problematiche del territorio aretino e italiano e questo mi ha permesso di comprendere come funziona il mio di territorio, la Loire, ovvero il “dipartimento” dove abito. Vivere in un luogo straniero, comunque molto simile al mio, mi ha fatto capire che anche i miei coetanei francesi possono fare rete per creare dei nuovi eventi e punti di aggregazione nei luoghi in cui vivono.

Dato che oramai sei una veterana del Festival, che consigli ti senti di dare ai futuri membri dell’Arezzo Crowd?

Siamo tutti dei veterani ormai dopo essere sopravvissuti a quattro giorni di Festival con trentotto eventi in giro per la città. Il consiglio che mi viene da dare è essere curiosi e non aver paura di superare i propri limiti. Ragazzi, dovete essere coraggiosi, ridere e godere di tutti questi momenti bellissimi condivisi con tutti i nostri partner!

Ecco a voi una stagista francese che si gode un buon bicchiere di vino tra un evento teatrale e l’altro!

Ti rivedremo l’anno prossimo durante il Festival?

Certo che ci sarò! Forse non sarò più una stagista, ma farò sicuramente parte del comitato artistico quando apriranno le iscrizioni e porterò anche altri miei amici! Sicuramente farò parte della redazione del blog, ma ancora non voglio svelare nulla su cosa scriverò…

A prestissimo Sarah, ti vogliamo bene!

Alessandra Bracciali