Sulla community di Spettatori Erranti
Da ex-classicista posso dirvi che una cosa bella dei Greci Antichi è che in una parola riuscivano a dire tutto, senza perdersi in perifrasi varie. Quando penso a Spettatori Erranti, penso al verbo συνοράω (ndr: sunorào) che significa letteralmente “vedere insieme”, ma anche “comprendere” e “riconoscere”. Per il progetto di cui vi parlerò calza a pennello. L’idea di creare una community di persone che si riunissero per andare a vedere spettacoli teatrali è nata da Laura Caruso, Isabella Lops e Alessandra Stanghini. Questo progetto è sostenuto dalla Rete Teatrale Aretina e realizzato in collaborazione con Kilowatt, Sosta Palmizi e Laboratori Permanenti, tutti centri riconosciuti dalla Regione Toscana come residenze artistiche.

Sì, perché per gli Spettatori il “vedere insieme” non è solo un semplice modo per stare in compagnia a teatro. È condivisione, contaminazione di pensiero (per l’appunto) e voglia di scoprire ciò che la scena teatrale contemporanea ha da offrire. Educare il pubblico non significa dirgli cosa vedere e come farlo: vuol dire dargli una possibilità di scegliere cosa è bello e cosa gli fa bene usando la propria coscienza critica.
Ma gli Spettatori Erranti, insieme alla Rete Teatrale Aretina, non si fermano certo qui. Dal 2016, gli eventi dell’autunno della nostra città possono contare su un piccolo gioiello: il Festival dello Spettatore. Il pubblico ribadisce la sua parte attiva nel processo creativo di un’opera di spettacolo e ha la possibilità di formarsi durante momenti condivisi con il resto della cittadinanza.

In un periodo storico come il nostro siamo costantemente bombardati da ogni genere di stimolo da qualsiasi tipo di dispositivo. Siamo veramente sicuri che questi continui eccitamenti del nostro sistema nervoso ci attivino? Ci fanno sentire le farfalle nello stomaco e i brividi sulla pelle? Non darò una risposta perché tanto so che siamo entrambi d’accordo.
Per questo motivo i progetti come quello di Spettatori Erranti e del loro Festival vanno coccolati e protetti: perché ci danno il brivido di sentirci umani e curiosi quando entriamo in relazione con gli altri.
Alessandra Bracciali